Archive for February, 2011

Sui corpi…

Monday, February 28th, 2011

Anche se sono materiali che girano online da diverso tempo, pubblichiamo due links:

* il primo è quello per vedere il documentario Il corpo delle donne

* il secondo riguarda un breve video sul corpo delle donne nelle pubblicità intitolato Se questa è donna

Per chi non li avesse mai visti…buona visione!

Pubblicità offensive, sull’Unità il ‘processo’ de LA RÉCLAME

Monday, February 28th, 2011

sul tema delle rappresentazioni del corpo delle donne sui media vi segnaliamo un’iniziativa de L’Unità

Il corpo delle donne non è della Nazione

Monday, February 28th, 2011

di Tamar Pitch

La nazione ha molto a che fare con le donne, ma niente con la loro libertà. Per questo il senso della manifestazione del 13 febbraio, o almeno il senso che sembra esserne stato ricavato in area Pd, è problematico, se non preoccupante. Sia in alcuni interventi precedenti che in molti commenti successivi, donne e Italia, donne e nazione vengono evocate come indissolubilmente legate, così che le donne simboleggiano il vero cuore della nazione (anzi, il suo «corpo»), ciò che la salverà. E del resto che fosse in gioco non soltanto la «dignità delle donne», ma quella della nazione è stato detto esplicitamente più volte.

In questo, ahimé, non vi è nulla di nuovo. Tutti i nazionalismi hanno usato e usano questa retorica, compresi naturalmente i fascismi. Non è difficile capire perché. Le donne, i loro corpi, rappresentano e custodiscono la «tradizione», e insieme ne promettono continuità e futuro. Per questo il dominio su di loro e i loro corpi è essenziale, così come, complementarmente, l’esclusione degli «altri» (maschi) dall’accesso a questi corpi stessi. Sessismo e razzismo (e omofobia) non solo vanno insieme ma sono in certo senso presupposti e risultati della nazione. A differenza dello stato moderno, concepito come prodotto artificiale di un patto tra individui razionali a tutela dei loro diritti, la nazione è intesa e vissuta come prodotto storico, se non addirittura naturale (in ragione dei «legami di sangue»), che si pone prima dello stato e da esso deve essere rappresentata e difesa. La nazione non è la somma di individui la cui unica caratteristica è l’essere dotati di ragione. È, in certo senso, il suo esatto contrario, ossia il prodotto organico di relazioni tra soggetti incarnati e storicamente determinati, relazioni basate sulla comunità di lingua, di storia, di tradizione: e di «sangue». Se, dal punto di vista storico, molte nazioni moderne sono piuttosto il prodotto che non il presupposto dello stato, esse vengono invece vissute come ciò che lo legittima. In linea di principio, lo stato è inclusivo: chiunque può aderire al patto. La nazione invece è esclusiva: vi si appartiene per nascita. Lo stato prescinde dai corpi, la nazione ne è costituita. Lo stato non ha un corpo (e non vive, direbbe Brecht, «in una casa con i telefoni»), la nazione invece sì.

Quali corpi, quale corpo? I corpi degli uomini, votati al sacrificio supremo per difenderla, i corpi delle donne, da cui dipende il suo futuro. Il Corpo della nazione (basta vedere l’iconografia) è invece esclusivamente femminile, così come, è ovvio, la mente è maschile. Metafore, certo, ma performanti. E pericolose. In primo luogo per la libertà femminile, che si fonda precisamente sulla possibilità e capacità di disporre di sé, della propria sessualità e fertilità. Ora, è proprio questo che è impossibile per la tenuta e la continuità della nazione: il corpo delle donne deve essere soggetto a questi imperativi (tenuta e continuità), e questi imperativi, se possono mutare di contenuto a seconda delle esigenze (fare tanti figli o non farne affatto, per esempio), lo separano dai desideri e dalla volontà della singola, per sottometterlo a quelli di chi decide per il «bene della nazione». Può capitare, ed è capitato, che si faccia appello alle donne e se ne richieda una sorta di protagonismo per «la salvezza» (o «la dignità») della nazione. Ciò non implica, perlopiù, un effettivo liberarsi delle donne: come si è visto spesso nei casi delle lotte di liberazione nazionale. Finita la mobilitazione, alle donne si impone di nuovo di essere le custodi di ciò che rende la nazione tale, le tradizioni, i legami di sangue, e di piegare i propri desideri , in primo luogo rispetto alla sessualità, in funzione di ciò che la nazione e il suo futuro richiedono.

Insomma la nazione, la patria, la comunità, l’identità culturale sono costitutivamente nemiche della libertà femminile. Per la nazione, la patria, ecc., le donne devono essere mogli fedeli e madri degli uomini. Al massimo, madri della patria, cui ricorrere in tempi bui. Ciò che questi soggetti collettivi (nazione, patria, comunità) escludono è la singolarità. Le donne sono un tutto unico e indifferenziato, la cui soggettività è bensì incarnata, ma nel senso che essa è interamente determinata dal corpo, il quale a sua volta è letto in base alle funzioni che gli sono attribuite. Abbiamo criticato lo stato e il diritto moderno, l’idea di libertà e il paradigma politico che vi sono connessi perché si fondano su un soggetto neutro e disincarnato. Tuttavia, se stato e diritto moderni sono pur stati strumenti di emancipazione, la nazione, viceversa, è sempre stato un ostacolo per noi e per la nostra libertà. A ben vedere, ambedue, stato e nazione, poggiano precisamente su quelle dicotomie dominanti nel pensiero europeo che abbiamo cercato di decostruire inaugurando una idea e una pratica della politica diverse: soggetto-oggetto, natura-cultura, mente-corpo.

Oggi, almeno in Italia, ci ritroviamo strette tra un’ideologia dominante che definisce la libertà personale come possibilità di scelta (razionale) di una «mente» separata dal corpo, il quale può dunque (e deve) diventare una merce come tutte le altre e un’ideologia confusa (e pericolosa) in cui si mescolano la tendenza a negare la singolarità e a dissolvere le differenze in un tutto indistinto, con il rischio di ricondurre il femminile a una qualche essenza consegnata nel corpo. Un corpo decoroso, beninteso. È questo impasto indigesto di decoro e maternage ciò che ci aspetta dopo Berlusconi?

da il Manifesto 26/02/2011

nuove foto

Friday, February 25th, 2011

 sempre sul nostro flickr

«Silvio vattene». Occupiamo Piazza del Popolo di Alex Foti

Wednesday, February 23rd, 2011

Alex Foti
«Silvio vattene». Occupiamo Piazza del Popolo

La degenerazione della democrazia in oligarchia e autocrazia è sotto gli occhi di tutti. E non riguarda solo il Maghreb. Riguarda tutta l’élite neoliberista sempre più abbarbicata al potere a Bruxelles, a Roma come a Tunisi, sorda agli interessi e bisogni della maggioranza man mano che la Grande Recessione fa sentire il suo morso. Austerity predicava Mubarak col taglio ai sussidi ai beni di prima necessità, e austerity predica Tremonti coi tagli alla ricerca e alla cultura. All’autunno studentesco europeo che ha unito una generazione nella risposta alla crisi da Londra ad Atene, corrisponde la sollevazione della generazione precaria da Tunisi a Bengasi, dal Cairo a Teheran. Con l’opposizione virale al potere dei social network, i giovani scolarizzati ma impoveriti danno il la ad altri strati sociali per sollevarsi contro i regimi, impadronendosi prima della comunicazione e poi delle piazze, fino al rovesciamento finale del tiranno da decenni al potere e l’apertura di una nuova fase, tanto piena d’incognite quanto libera e feconda.

(more…)

and now for something completely different

Monday, February 21st, 2011

vi proponiamo una puntata di south park (in inglese e in italiano) sui modelli di femminilità disponibili sul mercato … buon divertimento!

USA QUESTO CORPO OSA I TUOI DIRITTI

Monday, February 21st, 2011

Qui potete trovare l’album completo delle foto scattate il 13 febbraio 2011 in Piazza Castello a Milano.

Alcuni commenti li amiamo altri un po’ meno … ma tant’è … serve sempre confrontarsi con piazze variegate (forse).

Se avete foto di questa iniziativa che vorreste condividere con noi, potete spedircele al nostro indirizzo mail: costretteasanguinare@anche.no

Album fotografico

Friday, February 18th, 2011

Un po’ di foto si possono trovare qui..sul nostro flickr!

Laboratorio trans-Generi

Tuesday, February 15th, 2011

19 Febbario 2011 s.o.s. Fornace – Una giornata di confronto, approfondimento sulle questioni di genere

La giornata del 19 Febbraio si inserisce all’interno di un percorso nato dalla collaborazione di diversi soggetti e realtà nazionali che si occupano di questioni di genere e che in occasione della May Day 2010 ha portato alla realizzazione della campagna comunicativa “RIgeneriamo”, pensata come uno strumento di sovversione dei modelli culturali che alimentano la violenza di genere ( www.rigeneriamo.net ). L’obbiettivo è sviluppare un confronto tra le riflessioni nate in territori e contesti differenti per decostruire gli immaginari dominanti, crearne e diffonderne di nuovi nei quali ognuno possa riconoscersi.

La giornata si articolerà in 4 workshop in cui verrano toccati i temi della comunicazione, della femminilizzazione del lavoro, dell’autoformazione e della post pornografia.
Parteciperanno alla giornata
Frangette estreme(BO)-fornace DEgenere(Rho)-Fuxia Block(PD)-gruppoG corsari(MI)-ribellule(Roma)-
San Precario-Serpica Naro(MI)-Sexi shock(BO)-Smaschieramenti(BO)-Singol*

PROGRAMMA
h 10:00-Metodi di comunicazione in contesti di massa. Strategie,strumenti e linguaggi
h 15:00-”Welfare dei desideri”: qual è il tuo?
h 15:00-Auto ri gener azioni. Percorsi a confronto in un ottica autoformativa
h 18:00-La rappresentazione del desiderio. Dalla pornografia alla postpornografia.
a seguire
proiezioni e djset by RIC BONELLO

s.o.s. Fornace,Via Moscova 5 Rho( MI)

The day after …

Monday, February 14th, 2011

Mentre attendete la pubblicazione delle foto fatte il 13 febbraio ecco una brevissima rassegna foto/stampa su noi:

da Quotidiano.net

da polisblog.it

dal blog di alberto http://albertocane.blogspot.com